Ieri considerata la splendida giornata primaverile sono andata con mio marito a fare un giro in bicicletta e strada facendo abbiamo raccolto lo sclopit. Quest’erba spontanea conosciuta con il nome di silene, da noi in Friuli viene chiamata “sclopit” perché per gioco si usa far “scoppiare” il fiore, che si presenta con una forma ovale e gonfia, sul dorso della mano.
Durante la gita non abbiamo solo raccolto sclopit e respirato aria pura immersi nella natura, ma abbiamo anche avuto il piacere di incontrare un branco di pecore, caprette e asini che hanno interrotto la nostra pedalata per un po’ perchè erano davvero a centinaia.
Arrivata a casa ho curato lo sclopit, l’ho cucinato per qualche minuto in padella senza acqua e poi l’ho diviso in porzioni da conservare in frezer per preparare risotti, frittate, crepes, gnocchetti.
Ingredienti
gr 320 di riso carnaroli
gr 400 scolpit
mezzo bicchiere di vino bianco
un litro e mezzo di brodo
1 noce di burro
1 scalogno
olio extra vergine
parmigiano
sale,pepe
Curare e lavare lo sclopit, farlo appassire in un tegame senza liquidi.
Far rosolare lo scalogno tritato nell’olio e unire lo sclopit e cucinare per cinque minuti; unire il riso, farlo tostare, versare il vino e farlo evaporare. Aggiungere il brodo (caldo) un po’ alla volta. Quando il riso è cotto mantecarlo con il burro o olio, abbondante parmigiano e una macinata di pepe.
In abbinamento un Sauvignon
Unire l’utile al dilettevole può essere molto gustoso..
🙂
Per me è stato quasi del tutto dilettevole perchè mi piace raccogliere le erbe di campo e mi rilassa andare in bicicletta. Da voi come si chiama quest’erba ?
Ci pensavo mentre leggevo il tuo articolo ma non mi è venuto in mente nulla.
Non la conosco.
🙂
un peccato. Devi venire in Friuli per assaggiarla
Non conoscevo questa erba, probabilmente qui in Toscana è conosciuta con un altro nome. Complimenti per la ricetta, adoro la categoria “dal campo alla tavola” 🙂
io so che in Romagna è conosciuta come strigoli o stridoli. Sicuramente si trova anche in Toscana. Terminato il periodo in cui si può raccogliere la piantina fa il fiore, una specie di calice più stretto nella parte superiore.
Sono negata, ma proprio negata in questo genere di cose: non so riconoscere le erbe spontanee… e pensare che adoro questa cucina! Domenica a Piazzola sul Brenta ho mangiato giusto una lasagna al forno con le erbe di primavera, squisita, come deve essere il tuo risotto.
ma anch’io riesco a riconoscerne poche; devo andare sempre con persone competenti. E’ troppo bello cucinare quello che hai raccolto con fatica …una volta non avevo problemi a star piegata con la schiena, oggi qualcuno sì
Ma sai che anche noi domenica in gita in bicicletta sui campi del Tagliamento ne abbiamo raccolta?? E risalendo in paese anche gli asparagi selvatici che il nostro amico friulano ci ha detto come si chiamano, ma non ho grande memoria!! Comunque morale della favola sono finiti entrambi in una mega frittatona con uova di contadino ed è stato meraviglioso!!
è una grande soddisfazione. Mi pare che in friulano gli asparagi selvatici si chiamino urticions(non so se si scrive così).
siiii, era proprio questo il nome!!!