Ogni tanto, per non fare il solito ragù alla bolognese, che mi piace tantissimo, preparo quello d’anatra.
Potrebbe essere un’idea anche per il pranzo di Natale. A questo piatto potrebbe seguire una bella anatra all’arancia o “paparo alla melarancia” come veniva chiamato in Toscana. Pensate che l’uso di cucinare i volatili all’arancia è stato portato in Francia da Caterina de’ Medici quando si è sposata con Enrico II. A dire il vero ha portato anche molti altri piatti: la besciamella, detta salsa colla, ne è un esempio. A lei si deve, anche, l’introduzione o meglio l’imposizione della forchetta, che in Francia era ancora sconosciuta. Le cronache dell’epoca riportano un simpatico aneddoto: “nel portare la forchetta alla bocca il re e gli altri commensali si protendevano sul piatto con il collo e con il corpo. Era uno spasso vederli mangiare con la forchetta,perché coloro che non erano abili come gli altri facevano cadere tanto quanto non riuscivano a metter in bocca”.

Ma veniamo al nostro ragù
Ingredienti
1-2 petti d’anatra o coscia e sovracoscia
cipolla
carota
sedano
salvia
gr 100 di prosciutto crudo o guanciale
vino bianco secco
olio extra vergine di oliva
sale,pepe
Tritare la cipolla, la carota, il sedano e soffriggerli in poco olio. Aggiungere il prosciutto tagliato a dadini piccolissimi e la salvia.
Tagliare anche la carne a piccoli dadini e versare nel soffritto. Se uso coscia e sovracoscia metto anche le ossa.
Bagnare con il vino e far evaporare. Cuocere per circa un’ora;se necessario aggiungere brodo (va bene anche di dado). Salare e pepare.

Lessare le pappardelle, scolarle bene e condirle con il ragù.
In abbinamento un Sangiovese